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Sentiero CAI n. 17

Comprensorio: Sasso Simone
Località partenza: Sestino
Località arrivo: Badia Tedalda
Traccia GPS:
Numero:
17
Quota partenza: 475 metri
Quota arrivo: 695 metri
Quota massima: 1150 metri
Dislivello: 1350 metri
 
Lunghezza: 28,3 km.
Difficoltà: E
Tempo andata: 10,00-11,00 ore.
Tempo ritorno: 9,30-10,30 ore.

Il sentiero 17 del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello è un percorso molto lungo che unisce le località di Sestino e Badia Tedalda, entrambe situate in Toscana, attraversando prima la parte aretina della zona protetta, denominata “Riserva Naturale del Sasso di Simone”, quindi entrando in territorio marchigiano e successivamente romagnolo (in questo tratto è stato risegnalato con il numero 117) all’interno dell’omonimo parco interregionale, per poi tornare nuovamente in Toscana nella parte conclusiva. Vista la notevole lunghezza ed il passaggio attorno ai due sassi, maggori punti di interesse della zona, il sentiero può essere considerato il principale del comprensorio.

La partenza è situata nella piazza centrale di Sestino, di fronte al palazzo comunale, dove si imbocca una via che inizia a salire con media pendenza tra le case; ben presto, oltrepassata una chiesetta, le abitazioni lasciano spazio ai primi campi che si attraversano per poi raggiungere una sterrata, sempre in salita.

In breve si giunge all’incrocio con il sentiero 71 che scende sulla destra verso Monteromano, mentre il 17 continua a salire (qui le pendenze sono discretamente impegnative) fino alla cima del Monte Luccio, superato il quale si raggiunge un nuovo bivio, con il sentiero 7 diretto a Monterone (scende anch’esso sulla destra).

La salita si addolcisce in questo tratto, mentre si attraversano i campi attorno ai ruderi di Casa Nuova dei Prati e si incrocia il sentiero 123, che sale dal Camping di Pian dei Prati; si prosegue in leggera salita all’interno di una zona boschiva fino all’incrocio con il sentiero 17B (scende sulla sinistra verso Casa del Re), dove l’ambiente si apre nuovamente rivelando il profilo inconfondibile del Sasso Simone in tutta la sua maestosità.

Giunti nei pressi del rilievo si incrocia il sentiero 119, proveniente da Carpegna e che conduce in vetta al sasso (in circa 15 minuti è possibile salire in vetta ed ammirare il fantastico panorama a 360°), quindi si inizia a scendere sulla sinistra ai piedi della grande parete rocciosa, iniziando un tratto un po’ accidentato che si fa largo tra i numerosi massi staccatisi nel tempo dal Simone per raggiungere il limite della bella zona calanchiva, dove si incrocia il sentiero 61 che sale da Case Barboni.

In questo punto si entra nel bosco d’alto fusto che ricopre tutta la zona compresa tra i due sassi, si raggiunge in leggera salita la sella (da qui partono le vie per la vetta del Simoncello, sulla sinistra, e la via di servizio per il Simone, sulla destra; entrambe sono vie attrezzate, consigliabili solo ad escursionisti esperti) e si prosegue entrando nel territorio del Parco Naturale, dove si incrociano in breve due ulteriori sentieri, il 119b (a destra) che funge da raccordo con il 119 ritornando sull’altro versante del sasso e successivamente il 118 (in località Banditella, ancora a destra), diretto al Passo Cantoniera.

Superati gli incroci si prosegue in falsopiano nel bosco, prima di uscire nuovamente sui prati incontrando ancora una volta la zona caratterizzata dai calanchi, da qui ammirabile nella sua interezza dal momento che il sentiero ne costeggia il limite superiore; in questo punto inizia una rapida discesa che attraversando i prati conduce all’abitato di Miratoio, sormontato da una selvaggia rupe.

Raggiunto il paese si incrocia il sentiero 17A che conduce a Ca La Petra (a destra), si scende attraversando la strada asfaltata e si inizia un nuovo tratto in discesa, piuttosto ripido, che si inoltra nei campi fino a raggiungere l’alveo del Torrente Torbello, che si attraversa mediante guado (attenzione all’acqua ed al fango nelle stagioni umide).
Risaliti sull’altro lato del corso d’acqua si giunge rapidamente a Ca’ Lucaccia, da dove un tratto di strada asfaltata conduce alla chiesa di San Gianni in Vecchio, quindi al piccolo cimitero ed infine all’omonima casa vacanze, nei pressi della quale si imbocca un ampio sentiero che sale attraversando dapprima un rado bosco e quindi un bel prato, prima di raggiungere il piccolo Oratorio della Rocchetta, edificio religioso molto caratteristico.

Il sentiero prosegue oltre la chiesetta, attraversando un nuovo tratto boschivo ed infine un ripido pratone, da risalire a vista (un unico segno è presente su di un isolato albero al centro del prato) fino al crinale, dove si incrocia (a destra) il sentiero 63 che sale dal fondovalle, nei pressi dei ruderi di Ca’ Serra.
Il successivo tratto è uno dei più intricati, dal momento che si taglia il fianco di una valle su di una traccia incerta e spesso assente, aiutandosi con i pochi segni presenti e superando con qualche difficoltà i numerosi rigagnoli d’acqua, i quali alimentano il torrentello che in questa zona trae origine.

Oltrepassati alcuni piccoli stagni si ritrova una traccia più evidente, che aggira le pendici del Monte Maggio per giungere infine all’abitato di Colcellalto; qui si prende la vecchia strada che conduce al cimitero e successivamente, in ripida discesa, scende verso la valle sottostante fino a raggiungere la frazione di Palazzi.
Da questo punto i segni (piuttosto recenti) conducono ad una deviazione rispetto al tracciato originale, il quale attraversava il Torrente Presale mediante un difficile guado, mentre ora si prosegue sulla strada asfaltata fino a Ponte Presale, per poi risalire sull’altro versante sempre su asfalto, fino a raggiungere la statale Marecchiese, giunti oramai ai piedi di Badia Tedalda.

L’ultimo tratto è scarsamente segnalato, si abbandona la Marecchiese quasi subito per svoltare a destra su una nuova asfaltata, che si segue in salita per alcune centinaia di metri fino ad una curva secca, da dove si taglia sulla sinistra seguendo il crinale ed oltrepassando alcuni ruderi, su traccia con sporadici segni molto datati, che sbuca in prossimità della chiesa di San Michele Arcangelo, adiacente l’antico castello di Badia Tedalda.

Raggiunta la chiesa si scende comodamente oltrepassando le abitazioni e raggiungendo in breve Piazza dei Tedaldi, la principale di Badia in cui tra l’altro si affaccia il municipio, dove il percorso termina.