• Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 1 (Pietracuta)
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 2 (Cresta dei Tausani)
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 3
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 4 (San Leo)
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  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 6
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 7
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 8 (Scavolino)
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  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 10
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  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 12
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 13
  • Parco Sasso Simone e Simoncello Sentiero 95 - immagine 14 (Poggio di Miratoio)

Sentiero CAI n. 95

Comprensorio: Sasso Simone
Località partenza: Pietracuta
Località arrivo: Ca' la Petra
Traccia GPS:
Numero:
95
Quota partenza: 160 metri
Quota arrivo: 810 metri
Quota massima: 1052 metri
Dislivello: 2500 metri
 
Lunghezza: 42,0 km.
Difficoltà: E
Tempo andata: 13,00-15,00 ore.
Tempo ritorno: 13,00-14,00 ore.

Il sentiero 95 è un itinerario molto lungo e vario, che attraversa tutta la dorsale destra della Valmarecchia, collegando Pietracuta a Miratoio e ricadendo nella sua parte finale nel comprensorio del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello.

Il punto di partenza originale non è semplicissimo da individuare, in quanto non ci sono segni ne tabelle e la prima parte del percorso è in stato di abbandono; per chi volesse comunque affrontare questo tratto (si può utilizzare la traccia gps presente) la partenza si trova all’inizio del paese sulla statale marecchiese, che si lascia subito per svoltare (a sinistra, provenendo da Rimini) dapprima in via Grandone, successivamente a destra su strada asfaltata che oltrepassa un’azienda agricola e quindi diviene sterrata, fino a raggiungere le pendici orientali del Monte di Pietracuta.
Giunti ai piedi della parete rocciosa si prosegue su sentierino molto incerto facendosi strada tra i rovi, salendo di quota di circa 50 metri prima di sbucare su una strada asfaltata nei pressi di un’abitazione.
Da questo punto si segue l’asfaltata, si raggiunge il piazzale antistante il cimitero da dove, finalmente, si iniziano ad individuare i primi segni lungo il percorso e quindi si prosegue sulla strada che diventa sterrata; al termine della stessa si inizia una ripida discesa fuori traccia ma ben segnalata (fare attenzione perché può risultare scivolosa nelle stagioni umide e la pendenza è notevole) che permette di raggiungere in breve il sottostante abitato di Villanova.

Attraversato il ponte sul torrente Mazzocco e superate le ultime case si inizia a salire tra i campi su strada sbrecciata, prima di raggiungere Casa Belvedere, da dove si inizia un nuovo tratto su asfalto, sempre in salita.

Si raggiunge in breve il versante orientale del Monte Fotogno, su cui la strada si inerpica disegnando un paio di stretti tornanti; in corrispondenza del secondo tornante il sentiero originariamente si staccava sulla sinistra, proseguendo con notevole pendenza all’interno del bosco per poi raggiungere il soprastante borgo di Tausano, ma un artigianale cartello ne indica l’interruzione, e per raggiungere il paese occorre proseguire sulla strada, sulla quale sono presenti diversi segni che testimoniano come il cambio di percorso sia oramai definitivo.

Giunti a Tausano si oltrepassa il cimitero e, quindi, si inizia a percorrere la lunga cresta (Cresta dei Tausani) di notevole bellezza, immersi in un ambiente incontaminato e protetto (si tratta di un’oasi faunistica tutelata). Oltrepassato il Monte Gregorio si raggiunge infine il punto di maggiore interesse, ovvero le vertiginose pareti di Penna del Gesso, denominate anche “Le piccole Dolomiti della Valmarecchia”, da cui si gode di un superbo panorama sull’intera vallata. Il sentiero costeggia le 3 cime con qualche passaggio un po’ esposto su cui fare attenzione, ma rimane classificabile come escursionistico se si rimane sulla traccia principale, mentre se si vogliono raggiungere le cime occorre affrontare qualche passaggio su roccia di I grado, cosa consigliabile soltanto ad escursionisti esperti.

Superati i rilievi la cresta termina e si scende rapidamente verso il Varco Biforca, raggiunto il quale si imbocca una strada sterrata che sale verso il Monte San Severino, altra vetta da cui si gode di un notevole panorama. Superata la cima, su cui è posta una croce, si scende rapidamente nella vallata sottostante con sullo sfondo l’inconfondibile profilo della rupe di San Leo, che domina il paesaggio; in breve si raggiunge il cimitero e quindi la strada d’accesso al paese, cui una visita è più che consigliata vista la bellezza del luogo.

Un breve taglio consente di aggirare la cima denominata Quattro Venti, prima di tornare sulla strada asfaltata e quindi di svoltare in direzione “Le Iole”, con il fondo stradale che passa da asfalto a breccia; giunti nei pressi del piccolo abitato si prende un sentiero sulla sinistra e si inizia a salire decisamente, con la traccia che è spesso incerta mentre si attraversano grandi prati costeggiati da piccole zone boschive.

Dopo aver guadagnato circa 200 metri di dislivello si raggiunge una nuova strada asfaltata, la si imbocca (verso destra) seguendola per breve tratto, quindi si sale nuovamente su sterrata oltrepassando alcune abitazioni e dirigendosi verso il Monte Tognino.

Giunti alle pendici del rilievo la sterrata termina e si segue un ampio sentiero che prosegue sull’altro versante, in discesa con pendenze non troppo marcate, tagliando tutta la vallata fino a raggiungere, dopo aver oltrepassato un guado, all’abitato di Soanne.

Lasciandosi alle spalle il caratteristico borgo, si ricomincia a salire su fondo sterrato, fino ad una biforcazione segnalata da un cartello piuttosto datato; proseguendo in salita verso sinistra ed affrontando una lunga (ma non pericolosa, nessun passaggio esposto, pendenza media) ascesa di circa 300 metri di dislivello si può raggiungere il soprastante sentiero 105 del comprensorio del Monte Carpegna, che si incrocia nei pressi della Celletta del Termine.

Il tracciato principale del 95 prosegue invece sulla destra, affrontando subito il guado del Torrente Prena e proseguendo quindi a mezza costa in un lungo traverso che termina nell’abitato di Scavolino (qui si incontra il punto di partenza del sentiero 102 del Carpegna).

Oltrepassato il paese si prosegue su un nuovo tratto in falsopiano, caratterizzato anch’esso dalla presenza di un guado a cui fare attenzione, prima di incrociare la strada asfaltata che collega Pennabilli con Carpegna, nei pressi di San Lorenzo; superata la strada si scende nella vallata sottostante, si oltrepassa Ca Gaudia e quindi si prosegue su ampio sentiero sterrato verso il Torrente Messa, che si attraversa mediante un guado da non sottovalutare (soprattutto in inverno, vista la portata del corso d’acqua).

Al di là del guado il sentiero prosegue in leggera salita per qualche centinaio di metri, per poi incrociare il sentiero 99 che sale da Ponte Messa e quindi iniziare repentinamente a salire il versante settentrionale del Monte Canale, una ascesa tutta in ambiente boschivo con forti pendenze, circa 300 metri di dislivello in poco più di 1km di lunghezza.

Usciti dal bosco si sbuca sul crinale, incrociando il sentiero 121 che proviene dal Passo Cantoniera, e si prosegue in leggera salita fino alla vetta, caratterizzata da ampi prati ed una bella vista panoramica; si inizia quindi a scendere sull’altro versante (segnaletica assente), prima sui prati e poi seguendo la strada asfaltata, essendo impossibile proseguire sul tracciato originario (dovrebbe inoltrarsi tra i boschi in discesa, ma non è più individuabile), fino a raggiungere l’incrocio con il sentiero 100 in località Serra di Valpiano.

Si lascia quindi la strada per scendere nella valle sottostante, raggiungendo in breve una nuova asfaltata, che si imbocca seguendo le indicazioni per Ca’ Romano, fino a raggiungere il piccolo abitato denominato Casa della Romana, dove si abbandona la strada per proseguire su sentiero in discesa verso il Torrente Stovena, che si oltrepassa con un guado non agevole, a cui fare attenzione.

La risalita sull’altro lato del torrente è piuttosto complessa, dal momento che la traccia è praticamente assente e la segnatura è molto datata, generando qualche problema di orientamento; in breve si raggiunge comunque uno stradino (questo segnato di recente) che conduce alla soprastante strada asfaltata, su cui l’originario percorso è stato deviato viste le condizioni di abbandono in cui versava.
Percorrendo per alcune centinaia di metri la strada si raggiunge l’abitato di Ca’ la Petra, posto proprio alle pendici settentrionali del Poggio di Miratoio, in cui il sentiero 95 termina il suo lungo percorso incrociando il 17A. Seguendo quest’ultimo percorso si aggira in una ventina di minuti il poggio e si giunge a Miratoio.