Sentiero CAI n. 440
Comprensorio: | Gola del Furlo |
Località partenza: | Pagino Castello |
Località arrivo: | Casa Campolino |
Traccia GPS: |
Numero: |
440
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Quota partenza: | 394 metri |
Quota arrivo: | 326 metri |
Quota massima: | 775 metri |
Dislivello: | 420 metri |
Vecchia numerazione: |
150
SN
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Lunghezza: | 6,2 km. |
Difficoltà: | T |
Tempo andata: | 2,20-2,30 ore. |
Tempo ritorno: | 2,40-3,00 ore. |
Il sentiero 440 della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo è un lungo e vario percorso che conduce dal piccolo abitato di Pagino al rifugio di Casa Campolino, attraversando tutto il versante est del Monte Pietralata.
La partenza del sentiero, ben segnalata da frecce direzionali ed indicazione del luogo, si trova nelle vicinanze del cimitero di Pagino, accanto ad una edicola votiva con annessa fonte, la quale purtroppo non fornisce acqua.
Il primo tratto del percorso è piuttosto comodo e si svolge su ampia strada sterrata, in falsopiano, permettendo di raggiungere, dopo aver superato una seconda fonte (qui l’acqua sgorga copiosa ma… avvicinandosi si nota un vecchio cartello indicante chiaramente “acqua non potabile”), la vecchia ed oramai abbandonata costruzione di Ca’ Peci, nei pressi della quale si incontra il sentiero 440A che sale da Villa Furlo.
Superata la costruzione si prosegue su sentierino stretto (ben segnalato con un segno rosso su di un albero, attenzione invece a non proseguire sulla strada, lungo la quale c’è anche un vecchio segno che potrebbe trarre in inganno), ancora in leggerissima salita, tagliando il versante e raggiungendo in breve un nuovo incrocio, con il sentiero 449A, che scende sulla sinistra verso il Fosso del Rì (anche qui è presente un cartello con frecce direzionali).
Da questo punto si inizia a salire decisamente, con pendenze rilevanti, mentre il sentiero si allarga gradualmente fino a diventare un’ampia pista che si inoltra nel bel bosco che caratterizza questo versante del Pietralata.
Proseguendo nella salita si incontra l’ingresso di una piccola grotta, si affrontano un paio di svolte e si giunge infine ad una spianata, dove si incontra il bivio con il sentiero 440B, che conduce alla panoramica Terrazza Alta del Furlo.
Pochi metri dopo il bivio si oltrepassa una sbarra e si incrocia la strada (bianca, ma percorribile anche con mezzi motorizzati) che sale dal paese di Furlo, superata la quale si riprende a salire all’interno del bosco.
Le pendenze in questo tratto tornano a farsi sentire, mentre si oltrepassa un nuovo bivio con il sentiero 446A, inoltrandosi in un bosco composto da alberi ad alto fusto su stretto sentierino caratterizzato da alcune ripide svolte (si incrocia una seconda volta anche la strada carrozzabile, da oltrepassare prima di riprendere il tracciato corretto).
Terminato il tratto boschivo l’ambiente si apre quando si raggiunge Pian di Maglie, ampio prato in cui si incrocia il sentiero 441B che funge da raccordo con il 441 che raggiunge la vetta del Pietralata.
Fare attenzione in questo punto, in quanto il percorso prosegue in discesa sui prati, evitando l’evidente (ma sbagliata) traccia che si diparte sulla destra, mentre nella via corretta la traccia è assente e la segnatura lascia a desiderare… si tratta del passaggio più complesso (dal punto di vista dell’orientamento) di questo sentiero, dal momento che è necessario individuare la nuova entrata nel bosco sottostante, certamente non facile da riconoscere.
La discesa prosegue, piuttosto ripida, all’interno del bosco, con il sentiero che, nonostante alcuni segni ben visibili posti di recente, risulta essere in questo tratto in condizioni non ottimali, lasciando l’impressione di essere ben poco frequentato…
Dopo aver incrociato in un paio di frangenti una delle tante strade sterrate che salgono verso i prati sommitali del Pietralata, il tracciato si inoltra in una stretta valle costeggiando l’impluvio di un piccolo torrente, prima di raggiungere il rifugio di Casa Campolino, nei pressi della quale ha termine.
In quest’ultima parte del sentiero sono presenti diverse targhette e segnalazioni, oramai quasi illeggibili a causa dell’incuria, che illustravano gli aspetti botanici della zona, in quanto questo tratto percorso era originariamente il Sentiero Natura, che purtroppo non è stato mantenuto.