Sentiero CAI n. 60
Numero: |
60
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Quota partenza: | 285 metri |
Quota arrivo: | 1000 metri |
Quota massima: | 1161 metri |
Dislivello: | 900 metri |
Nuova numerazione CAI: |
260
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Lunghezza: | 9,5 km. |
Difficoltà: | E |
Tempo salita: | 3,45-4,00 ore. |
Tempo discesa: | 2,30-3,00 ore. |
Il sentiero 60 (risegnato recentemente con il numero 260 ed accorpato ad altri sentieri) è un lungo percorso, molto panoramico nella seconda metà, che conduce da Cagli al Rifugio Valpiana, passando per la spettacolare cresta del Monte Morcia. Purtroppo il tracciato versa in condizioni non ottimali, in quanto è praticamente privo di segnatura, se si eccettuano alcuni segni superstiti su alberi veramente molto datati, ed alcuni fiocchi con nastro bianco e rosso posti anch’essi diversi anni fa, a giudicare dal loro stato. Questo abbandono probabilmente, oltre al fatto che comunque tutti i sentieri della zona del Catria, salvo pochissime eccezioni, presentano purtroppo una segnaletica insufficiente, è dovuto anche alla realizzazione del sentiero Frassati, risalente a non moltissimi anni or sono, che nel suo primo tratto scorre praticamente parallelo al 60, facendo preferire quest’ultimo percorso (in condizioni migliori) agli escursionisti, cosa che però li priva del bellissimo ambiente aperto in cui si snoda il tracciato (mentre il Frassati passa prevalentemente a mezza costa).
La partenza si trova davanti alla chiesetta di San Geronzio, nello stesso piazzale da cui parte il Frassati, ma la traccia è introvabile e si costeggia quindi la chiesa sbucando in breve sulla vecchia Flaminia (oramai scarsamente frequentata dal traffico automobilistico, dal momento che pochi metri più in là è stata realizzata la variante) che conduce a Cantiano.
Il percorso originale prevedeva di salire verso sinistra su un sentiero che è stato chiuso dalla realizzazione di alcune abitazioni e successivamente riassorbito dalla vegetazione, quindi si deve giocoforza proseguire per circa 1km sull’asfaltata, raggiungendo il paesino di Foci dal quale parte il raccordo che sulla cartina è contrassegnato come 60a, e che rappresenta l’unica via d’accesso al sentiero (qui si incontra anche il Sentiero Italia (n. 67) che collega Cagli con Cantiano).
Dal centro del piccolo abitato una stradina bianca si inoltra nella valle, non ci sono segni di alcun tipo e quindi occorre fare attenzione ad individuarla, in ogni caso è piuttosto evidente e percorsi pochi passi si capisce immediatamente di essere sulla via corretta.
La strada, che supera dopo pochi metri un facile guado, termina infine in una vecchia abitazione (proprietà privata inaccessibile), mentre a fianco della recinzione una traccia ben visibile si inerpica sul versante sud-ovest del Monte Bambino, che viene percorso per intero risalendo l’intera valle all’interno di un fitto bosco di piante a basso fusto, mediante una salita molto regolare, di media difficoltà.
Al termine di questa prima parte, dove l’orientamento è semplice nonostante l’assenza di segnatura, dal momento che praticamente non vi sono sentieri secondari che potrebbero indurre in errore, si sbuca in una strada più ampia, posta poco sotto la sella che divide i monti Bambino e Campifobio, da imboccare verso destra aggirando, in falsopiano con leggeri saliscendi, la panoramica cima di quest’ultimo rilievo e sbucando in località “I Vai”, una zona caratterizzata da ampi prati dove si possono ammirare, soprattutto verso est, le prime belle vedute panoramiche che questo percorso riserva.
Si costeggia quindi la strada asfaltata che sale da Acquaviva al Monte Tenetra, deviando sulla destra su di un piccolo stradino che conduce ad un rifugio (chiuso ed incustodito), superato il quale bisogna risalire a vista sul prato (pendenze marcate) senza che siano presenti tracce o segni evidenti, aiutandosi nell’orientamento individuando i tornanti della strada (bisogna aggirarne uno lasciandolo sulla sinistra, quindi si attraversa la carreggiata in corrispondenza di un secondo, molto ampio).
In quest’ultimo tratto si entra nel bosco, dove compare qualche sporadico segno, ma lo si abbandona quasi subito per riprendere a salire ancora su un grande prato, denominato “Ranco Pierello” fino ad incontrare nuovamente la strada (lasciare il tornante sulla destra, questa volta) e raggiungere la cresta finale, che è inizialmente ricoperta da boschi (per orientarsi seguire una recinzione che caratterizza tutto l’attraversamento), ed infine molto aerea e panoramica, con notevoli vedute sui monti Acuto, Alto e Tenetra, nonché sulla vallata sottostante, verso est.
Da questo punto si può svoltare, seguendo il filo di cresta (sentiero 62, questo è ben segnato), verso destra e raggiungere in circa 15 minuti la vetta del Monte Morcia, mentre il 60 termina con una ripida discesa verso il Rifugio Valpiana, che si trova circa 200 metri più sotto ed è ben visibile dalla cresta.
Questa parte di sentiero è comune al percorso 59 che sale da Cantiano ed al 62 citato poc’anzi, e permette di completare il cosiddetto “Anello del Monte Morcia”.