Sentiero CAI n. 1
Comprensorio: | Monte Nerone |
Località partenza: | Piobbico |
Località arrivo: | Vetta Monte Nerone |
Traccia GPS: |
Numero: |
1
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Quota partenza: | 340 metri |
Quota arrivo: | 1525 metri |
Quota massima: | 1525 metri |
Dislivello: | 1200 metri |
Nuova numerazione CAI: |
201
200
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Lunghezza: | 5,7 km. |
Difficoltà: | EE |
Tempo salita: | 3,30-4,30 ore. |
Tempo discesa: | 3,00-3,30 ore. |
Il sentiero 1, probabilmente il più interessante dell’intero comprensorio pesarese, conduce alla vetta del Monte Nerone partendo dalla provinciale per Piobbico, attraversando la Val d’Abisso prima e la Gola dell’Infernaccio poi, in uno degli ambienti più selvaggi ed incontaminati della zona, offrendo all’escursionista una esperienza sicuramente appagante e completa, che ripagherà di certo la notevole fatica fisica necessaria per affrontare il difficile percorso.
La partenza è posta sulla strada provinciale che da Acqualagna conduce ad Apecchio, circa 500 metri prima dell’abitato di Piobbico, nei pressi dell’incrocio per la chiesa di Santa Maria in Val d’Abisso, segnalata da un cartello turistico per il santuario e da una freccia direzionale del CAI, posta recentemente.
I primi metri si svolgono su asfaltata, fino a giungere, in brevissimo tempo, al piazzale con la chiesa sulla sinistra. Da qui ha inizio il sentiero vero e proprio, indicato da una tabella indicante i tempi di percorrenza (nell’indicazione la numerazione, che rispetta i nuovi standard, riporta il 201, ma si tratta sempre dello stesso percorso), che si inoltra verso destra nel bosco, accompagnato dal rumore dell’acqua del sottostante Fosso dell’Infernaccio.
Dopo poche centinaia di metri, su terreno pianeggiante, si incontrano i resti di un antico mulino, il Molinaccio, con a fianco una piccola cascatella formata dal torrente. Qui è necessario effettuare un primo guado (se ne incontreranno diversi lungo tutto il percorso) che può essere evitato utilizzando un rudimentale ponticello realizzato con delle travi di legno, il quale tuttavia ha un aspetto decisamente poco solido..
Da qui il sentiero inizia a salire in maniera decisa all’ombra del bel bosco, con segni sempre presenti ad indicare la giusta via, fino a raggiungere di nuovo il torrente, nei pressi di una antica cava ora non più utilizzata, da guadare per giungere sulla stradina sbrecciata che fungeva da accesso alla cava stessa. Si segue quindi, sempre in salita su pendenze più abbordabili rispetto al tratto appena concluso, la suddetta stradina che s’inerpica disegnando ampi tornanti e che man mano che si sale si restringe sempre più fino a diventare un vero e proprio sentiero.
Questa risalita ha termine incrociando ancora una volta il torrente, da oltrepassare nei pressi di una vecchia presa d’acqua situata poco a monte di una bella cascata (questo guado può essere pericoloso, è necessario fare attenzione ed aiutarsi con i cavi d’acciaio che sono stati messi nei punti più scivolosi), superato il quale l’ambiente inizia a mutare aspetto e si giunge ai piedi delle maestose pareti calcaree della Balza Forata.
Da questo punto si ricomincia a salire nettamente, lasciandosi le pareti sulla sinistra e percorrendo un tratto caratterizzato da alcune facili roccette intervallate a passaggi nel bosco, fino a giungere al caratteristico foro che ha dato il nome alla balza, punto di eccezionale valore paesaggistico con bei panorami sulla sottostante valle con il paese di Piobbico e su tutta la Gola dell’Infernaccio che si estende a perdita d’occhio fino ai prati sommitali.
Terminata la doverosa sosta si prosegue lungo il canalone ghiaioso che si trova a fianco della balza, incontrando il bivio, ben segnalato, con il sentiero 4 che conduce alla Grotta di Nerone, da superare proseguendo in direzione del Rifugio Corsini.
Qui inizia il tratto più difficile dell’ascesa, con la traccia che si arrampica letteralmente sul fianco sinistro della gola, raggiungendo pendenze veramente importanti e non offrendo mai un attimo di respiro. Si costeggia in questo tratto l’imponente parete rocciosa dell’Infernaccio, incontrando l’entrata di un paio delle belle grotte che caratterizzano questo versante del Nerone.
La salita appare veramente interminabile ed è un sollievo giungere al tratto dove, effettuato un ultimo guado sul solito torrente, si esce finalmente, dopo un breve traverso, sull’ampio Prato del Conte (dove si incrociano i sentieri 26, che prosegue verso Pian di Trebbio e 2, che scende per altra via verso Piobbico, quest'ultimo consigliato per il ritorno allo scopo di effettuare un bell’anello) nei pressi del Rifugio Corsini che si raggiunge in poche decine di metri e che costituisce, nei periodi d’apertura, un ottimo punto di sosta dove riposarsi e rifocillarsi.
Dal rifugio si è oramai in vista della vetta, per raggiungere la quale è necessario affrontare un ultimo tratto di salita, proprio sotto l’impianto di risalita della stazione sciistica, che conduce ad un passaggio su un ripido versante, sito proprio sotto le antenne poste sulla cima, superato il quale si raggiungono i prati sommitali e la recinzione dell’impianto RAI che, purtroppo, impedisce di toccare la vetta vera e propria (unico, piccolo difetto di questo superbo percorso), dove ha termine il sentiero. Il Sentiero Italia continua invece sull'altro versante, in direzione di Pieia.