Sentiero CAI n. 67 (Sentiero Italia)
Numero: |
67
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Quota partenza: | 285 metri |
Quota arrivo: | 380 metri |
Quota massima: | 575 metri |
Dislivello: | 670 metri |
Nuova numerazione CAI: |
200
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Lunghezza: | 11,5 km. |
Difficoltà: | E |
Tempo andata: | 4,30-5,00 ore. |
Tempo ritorno: | 4,30-5,00 ore. |
Il sentiero 67 è il tratto di Sentiero Italia che conduce da Cagli a Cantiano, attraversando la valle del Burano e transitando dapprima lungo le pendici del Monte Petrano, quindi, una volta superato il fiume all'altezza dell'abitato di Pontedazzo, lungo quelle del massiccio del Monte Catria.
Questo percorso, ripristinato nel 2019 dopo che due estese frane lo avevano reso impercorribile in due distinti tratti, è interessato dal 2020 da un'ordinanza di divieto di transito, emanata per proteggere la nidificazione della fauna selvatica, valida dal 1 gennaio al 31 agosto e relativa al tratto tra Foci e Pontedazzo. L'intero percorso è fruibile invece nel periodo settembre-dicembre.
La partenza del tracciato è facilmente individuabile, si trova a Cagli in prossimità del primo tornante della strada che sale al Monte Petrano, e nei primi metri il percorso è comune con quello del sentiero 70 che sale direttamente verso la vetta. Percorsa una breve salita si raggiunge un gruppo di case poste proprio ai piedi del monticello su cui sorge il Convento dei Cappuccini, quindi si esegue una svolta a sinistra (ben indicata da freccia direzionale) sul nuovo tratto che evita l'ampia frana e si inoltra nella valle del Burano.
Nel tratto successivo il sentiero versa in discrete condizioni, la traccia è abbastanza visibile e sono presenti alcuni segni seppur piuttosto datati, e si può proseguire agevolmente in falsopiano, con brevi saliscendi, per circa un paio di chilometri, fino a costeggiare la Flaminia e giungere quindi, dopo aver attraversato un sottovia, nella piccola frazione di Foci.
Il percorso continua costeggiando le abitazioni (qui si incrocia anche la partenza del sentiero 60 che sale sul versante del Catria verso il Monte Morcia) e quindi passa nuovamente al di sotto della strada provinciale mediante un secondo sottopassaggio, all'uscita del quale occorre fare molta attenzione all'orientamento, in quanto è presente una evidente traccia che si inoltra nel bosco ma che è da evitare (peraltro sono stati posti anche fiocchi su alberi lungo il percorso sbagliato, anche se sono molto sbiaditi, quindi questo incrocio può facilmente trarre in inganno), mentre il sentiero prosegue, senza segnaletica, svoltando a sinistra in leggera discesa, giungendo a costeggiare il sottostante corso del Burano.
Da questo punto il percorso inizia a prendere gradualmente quota, alternando tratti in cui si sviluppa all'ombra del bosco e supera alcuni impluvi di fossi che scendono dal Petrano a passaggi in cui l'ambiente si apre decisamente, permettendo di ammirare il bel panorama della valle del Burano in tutta la sua estensione.
Raggiunto il tratto con le quote altimetriche maggiori di tutto il percorso, a circa 650m di altitudine in corrispondenza della zona attrezzata del Ponte Romano (ben visibile dall'alto anche se si trova circa 300 metri più sotto) si inizia a scendere gradualmente, su un percorso abbastanza praticabile, dopo i lavori di sistemazione della seconda frana.
Il tratto successivo non è invece in buone condizioni, la vegetazione composta da cespugli e rovi si è appropriata di un tracciato poco frequentato da anni, rendendo molto arduo il passaggio fino al punto in cui si incrocia l'altrettanto trascurato sentiero 71 e si giunge, quindi, alle prime case di Pontedazzo.
Si percorre, quindi, un breve tratto su asfaltata attraversando un nuovo sottopassaggio e quindi percorrendo per pochi metri il vecchio e oramai dismesso tratto della strada Flaminia (in direzione Cagli), giungendo ad una apertura sul muretto di destra dalla quale parte un nuovo tratto di sentiero che sale a zig-zag nel bosco con una pendenza piuttosto marcata.
Questo tratto, anch'esso un po' trascurato ma comunque molto migliore del precedente, è comune con il sentiero 75 che sale verso i prati del Monte Tenetra.
Al termine della ripida risalita si incontra il bivio, questa volta ben segnalato, nel quale occorre imboccare l'ampia strada sbrecciata sulla destra che scende dolcemente verso Cantiano lungo le pendici della Cima di Monfrante, una delle vette minori del massiccio del Catria, attraversando alcune abitazioni e giungendo in paese nei pressi dell'ex Ospedale Savini, e quindi proseguendo verso il piazzale del cimitero dove il percorso termina incrociando il sentiero 68, altro tratto di Sentiero Italia che è la naturale prosecuzione verso Chiaserna, ed il ripido e selvaggio 59 che sale verso il caratteristico "imbuto" del Monte Tenetra.